Urbanistica: la data di realizzazione di un immobile si può autocertificare
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Maggio 9, 2022La questione giuridica riguardava la “presunta obbligatorietà, senza margini di discrezionalità per il Prefetto, della definizione del procedimento di sgombero avviato con atto di diffida a provvedere da parte del proprietario dell’immobile occupato abusivamente”.
Il Consiglio di Stato nell’accogliere il ricorso di Roma Capitale, fa riferimento alla legge 1 dicembre 2018 n.132, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante “disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.
In particolare l’art. 31-ter della legge (Disposizioni in materia di occupazione arbitraria di immobili) dispone che quando è richiesto l’intervento della Forza pubblica per il rilascio di un immobile occupato arbitrariamente da cui può derivare pericolo di turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica, venga messa in atto una particolare procedura da parte del Prefetto, previa comunicazione da parte dell’organo o autorità che vi provvede.
Tra i vari passaggi, il Prefetto convoca il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e, qualora ravvisi la necessità di definire un piano delle misure emergenziali necessarie per la tutela dei soggetti in situazione di fragilità che non sono in grado di reperire autonomamente una sistemazione alloggiativa alternativa, sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, istituisce una cabina di regia incaricata di provvedere nel termine di novanta giorni.
Della cabina di regia fanno parte, oltre a rappresentanti della prefettura, anche rappresentanti della regione e degli enti locali interessati, nonché degli enti competenti in materia di edilizia residenziale pubblica.
Nel caso in cui il prefetto si trovi di fronte alla necessità della Forza Pubblica per eseguire svariate ordinanze di rilascio, insieme al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargato ai rappresentanti della regione, predispone il programma degli interventi, ovvero la calendarizzazione degli sgomberi. I criteri con cui si calendarizza, come ricorda la sentenza, “tengono conto della situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica negli ambiti territoriali interessati, dei possibili rischi per l’incolumità e la salute pubblica, dei diritti dei soggetti proprietari degli immobili, nonché dei livelli assistenziali che devono essere garantiti agli aventi diritto dalle dalle regioni e dagli enti locali”.
Nel prosieguo della sentenza, il Consiglio di Stato sottolinea la necessità del rispetto del procedimento enunciato dalla legge e la tutela dei diritti primari delle persone coinvolte: “Alla luce del dettato normativo, si deve ritenere che lo sgombero di un immobile occupato abusivamente afferisce ad un articolato procedimento cui partecipa una pluralità di uffici della pubblica amministrazione, statale, regionale e comunale, per delineare le iniziative ed effettuare gli interventi che si rendono necessari al fine di consentire da una parte che lo sgombero possa avere esecuzione nel rispetto delle condizioni che garantiscano l’ordine e la sicurezza pubblica, dall’altra che siano tutelati i diritti primari delle persone e dei nuclei familiari occupanti abusivi che versano in situazione di accertata difficoltà”.
I principi che emergono, calendarizzazione degli sgomberi e necessità di assicurare alle famiglie soluzioni abitative da parte degli enti locali, segnano una svolta importante nel panorama nazionale, di cui ance le istituzioni locali non potranno non tenere conto. Inoltre, i principi guida emersi dalla sentenza del Consiglio di Stato non possono non riverberarsi sugli sfratti, rafforzando il principio del passaggio da casa a casa e la necessità che gli Enti territoriali si attivino nel fornire un maggior numero di alloggi di residenza pubblica a canoni agevolati.